Nuova sede Torre Guevara

Data:
28 Luglio 2016

Il Giardino dell’Agronomo Gioacchino Viggiani

Domenico Pisani
Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Potenza e Federazione Basilicata

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L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della
Provincia di Potenza ha sede nella Città di Potenza così come
previsto dalla norma. Da tempo l’Ordine, rimanendo sempre
nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, sta moltiplicando
le sue attività volte a sostenere politiche di sviluppo
locale, ambientale e socio culturale sia in tema di formazione
che di informazione. In occasione della “Giornata nazionale
dell’Agronomo” (Agronomist and Forester Day), tenutasi il
16 aprile 2015 presso l’Unibas a Potenza, una Manifestazione
d’intenti è stata sottoscritta tra il Comune di Potenza, l’Ente
Provincia di Potenza e lo stesso Ordine al fine di valorizzare la
figura del primo iscritto – l’illustre prof. Gioacchino Viggiani.
Il prof. Gioacchino, nato a Napoli nel 1902, ha operato in
Basilicata occupandosi delle proprietà familiari di loc. Montocchio
nella montagna di Potenza e di Lavello nella pianura
Ofantina. Allievo prima – docente poi – della Scuola Superiore
di Agricoltura di Portici, Viggiani ha avuto impareggiabili
maestri (Emanuele De Cillis, Renzo Giuliani, Alberto De Dominicis,
Eugénio Azimonti, Enrico Pantanelli, Giulio Del Pelo
Pardi) quali guida nella formazione tecnica e professionale di
agronomo bonificatore. Nei trenta e più anni della sua attività
in ambito agrario in Basilicata, ha svolto importanti incarichi
di carattere amministrativo, economico e professionale.
La famiglia Viggiani, in parte residente nel Comune di Potenza,
ha da subito condiviso l’ iniziativa dell’Ordine manifestando
la volontà di mettere a disposizione dell’Ordine materiale
divulgativo, opere, progetti, documentazione fotografica appartenenti
al Dottor Viggiani e in loro possesso.
Per spiegare la figura di questo illustre collega, riporto integralmente
una lettera inviatami da Carlo, primogenito del
Prof. Viggiani, in occasione del seminario organizzato il 16
aprile scorso.
RICORDO DI MIO PADRE, GIOACCHINO VIGGIANI
(di Carlo Viggiani)
Mi è stato chiesto di ricordare in questa occasione la figura e l’opera
di mio padre Gioacchino Viggiani, agronomo. Una sfortunata
sovrapposizione con gli implacabili “precedenti impegni”
mi impediscono di farlo di persona, e me ne scuso; ho chiesto 

ad Antonio Perretti, suo amatissimo nipote, di sostituirmi. Ho
tentato di rendere meno noiosa la mera elencazione del suo
cursus honorum con qualche notazione sulla sua personalità.
Mia sorella Beatrice Viggiani, figlia primogenita di Gioacchino,
scrittrice e poetessa, oggi ultraottantenne, ha dipinto nostro
padre quasi quarant’anni fa in un suo straordinario scritto
intitolato: “Gioacchino e la terra; esorcismo contro mio padre”.
Scrive Beatrice: Con questo racconto mi sono proposta di esorcizzare
appena l’influsso di mio padre, nei sette diavoli, nei cinque
venti, nei venti oceani e quattromila lune che é il mio cuore.
Nessuno potrebbe fare meglio, e perciò ne utilizzerò qualche
brano.
Gioacchino Viggiani nacque a Napoli il 22 agosto 1902, decimo
figlio dell’ing. Carlo Viggiani e di Carolina Fortunato,
sorella di Giustino. Si é laureato in Scienze Agrarie a Portici
nel 1924, e dall’agosto di quell’anno al luglio del 1925 é stato a
Roma, a villa Celimontana, presso la Regia Stazione di Chimica
Agraria Sperimentale con una borsa di studio.
Nel 1926 fu assunto al Real Istituto Superiore Agrario di
Portici, come Assistente alla Cattedra di Agronomia diretta
dal Senatore Emanuele De Cillis per la granicoltura e l’ecologia
agraria. Fu comandato al Real Istituto Superiore Agrario di
Perugia, presso la Cattedra di Ecologia Agraria (titolare prof.
Azzi) ed il 6 gennaio 1926 conseguì, a meno di 24 anni, la libera
docenza in Ecologia Agraria. Nel 1927 e 1928, come assistente
del De Cillis, si occupò dell’ecologia e della sperimentazione
granaria a Montecorvino (Salerno), a Cerignola ed a Portici.
Nell’agosto 1928 abbandonò la diletta carriera universitaria
e si trasferì in Basilicata, ove iniziò i lavori di trasformazione
fondiaria ed agraria della proprietà paterna.
Della sua carriera, delle sue pubblicazioni e delle sue opere
di trasformazione fondiaria parlano ampiamente enciclopedie,
libri, articoli di giornali.
(qui è Beatrice a parlare)
Ha sempre avuto nella pelle qualcosa di agrario e di silvestre.
E qualcosa di coraggioso, avventuroso ed eterodosso. Però non é
mai potuto sfuggire al peso di una buona ortodossia. È l’unico 

padre del Sud che fu fascista ed antifascista. Mantenne sempre
nella sua personalità elementi olio-aceto, come 1’abbandono
improvviso della ragione e il bizantinismo del ragionamento. Fu
sempre tentato dalla giustizia e convinto dell’inevitabilità dell’
ingiustizia.
Il contatto e la frequenza con casa Fortunato lo fece avvicinare,
fin da ragazzo, ad alcuni degli uomini più illustri e rappresentativi
dell’Italia di allora: Nitti, Amendola, Benedetto
Croce e padre Semeria.
Quando il fascismo conquistò il potere, nel 1922, all’inizio
ne rimase fuori, anzi all’opposizione, fino al 1930 quando si
iscrisse al P.N.F. soprattutto per la buona politica agraria del
Fascismo. Ha avuto, fino al 1943, cariche varie, soprattutto amministrative
ed agrarie.
Presidente della Cattedra Ambulante di Agricoltura della
Provincia di Potenza, a soli 28 anni; Segretario del Sindacato
dei Tecnici Agricoli di Potenza; Presidente della Federazione
Giovani Agricoltori di Potenza (1933); del Consorzio Trebbiatori;
Presidente della sezione agricola della Camera di Commercio
(allora Consiglio dell’Economia) e poi Presidente del
Consiglio dell’Economia; Podestà di Potenza e vice presidente
della Provincia nel 1937.
Nel 1938 fu destituito dalla carica, telegraficamente, ed
espulso dal P.N.F., per aver inviato da Podestà un telegramma
di condoglianze alla famiglia Ciccotti, per la morte del Senatore
Ettore, nativo di Potenza.
Nel 1945 fu nominato Capo dell’Ispettorato Agrario Compartimentale
della Lucania dal Ministro dell’Agricoltura del
gabinetto Bonomi e ricoprì tale carica per due anni, fino
all’avvento del nuovo Ministro dell’Agricoltura, il comunista
Fausto Gullo.
Fu per pochi mesi, nel 1946, Presidente del Comitato Provinciale
della Democrazia Cristiana a Potenza e fece includere
nella lista per la Costituente Emilio Colombo, contro il volere
dei notabili democristiani locali.
Prese parte a Roma al Congresso della DC, durante il quale
si manifestò la maggioranza repubblicana. Nei giorni romani
fu ricevuto al Quirinale dal re Umberto II, insieme a De Stefano,
al barbiere Marotta ed altri monarchici lucani. Dopo il
referendum del 3 giugno, avendo votato per la monarchia, ed
essendo riuscita vittoriosa la repubblica, si dimise dalla Democrazia
Cristiana.
Cessata ogni attività politica, sviluppò un’intensa e feconda
attività professionale agraria, maturatasi con 25 anni di intenso
studio e soprattutto di pratica agricola.
(qui è Beatrice a parlare)
Ha qualità eccentriche: non gli importa un cavolo del denaro.
Questa è una qualità esotica e futurista. Ha altre qualità esotiche:
crede in principi astratti, ferocemente. E crede in cose concrete,
con tanta violenza da farle diventare astratte. Mio padre è
riuscito a far lievitare la terra fino all’astrazione. Perché la ama.
Quasi tutto quello che so e che sono 1’ho imparato da lui.
È dell’epoca dei demiurghi: conosceva tutte le erbe, battezzava
tutta la vegetazione, praticava tutte le verità in cui credeva. Creò
oasi in vari deserti. Non fu mai un’impresa facile.
Per eredità gli caddero addosso aziende con nomi aspri come
Iazzo Stirpe o Montocchio, e aziende con nomi dolci, come 1’Alvano.
Giacché i nomi vengono dalle cose, le terre erano aspre
dove i nomi erano aspri, e dolci e feconde laddove la nomenclatura
si addolciva. Mio padre amò sempre le terre aspre. Le idolatrò.
Investì in esse fortune che giammai esse devolverebbero. 

È stato per quattro anni consulente dell’Opera per la Valorizzazione
della Sila, consulente e progettista dell’Ente di Riforma
Agraria di Puglia e Lucania, dettando le direttive della trasformazione
fondiaria della Basilicata e compilando il piano di trasformazione
fondiaria di Genzano di Lucania.
Consulente del principe Renato Pignatelli a Forno di Genzano.
Collaudatore della Cassa per il Mezzogiorno in Sardegna,
Sicilia, Puglia e Campania. Ha fondato, assieme all’ing. Tommaso
Del Pelo Pardi, il Centro di diffusione e di applicazione
della sistemazione del terreno con convegni a Roma, a Foggia
e a Verona. È stato insignito di prestigiose onorificenze: Stella
d’Argento al merito rurale; Cavaliere dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro; Commendatore al Merito della Repubblica
e, nel 1957, Cavaliere del Lavoro.
(qui è Beatrice a parlare)
È stato oggetto di onorificenze pubbliche, che non lo meritavano.
L’hanno fatto perfino Cavaliere del Lavoro. I Cavalieri del
Lavoro, nella penisola ancestrale, sono quei caimani che stanno
dietro e dentro a tutto il caos del paese. Ma mio padre era così
contento che vedeva cavalieri a cavallo costruendo il futuro. Ed
entrò fra i caimani come un angelo del Benozzo, sicuro di entrare
fra gli angeli. Ovviamente il suo Dio lo avrà perdonato per la
purezza della vanità e delle intenzioni.
Due libri (“Agricoltura Meridionale Vissuta”, edito nel 1941
a Potenza, e “Esperienze di un Bonificatore”, edito nel 1965 per
la ESI a Napoli), riassumono e descrivono la sua quarantennale 

vicenda, narrando la storia di un’azienda agricola nel Mezzogiorno;
350 pubblicazioni testimoniano della sua attività tecnica,
scientifica e politica.
(qui è ancora Beatrice a parlare)
I contadini lo hanno sempre chiamato “Don Gioacchino”,
con aperta confidenza. Non si è mai potuto parlare di lui come
di un latifondista strozzino. Avrebbe meritato di più: vivere in
un mondo più umano, che gli avesse ragionevolmente permesso
di essere utile a molti più uomini.
Gioacchino Viggiani, dopo una breve e tremenda malattia, é
morto a Napoli, oltre trenta anni fa, il 7 gennaio del 1983.
L’Ordine di Potenza si è impegnata molto per mettere a
frutto gli obiettivi della manifestazione d’intenti; oggi prende
in concessione d’uso gratuito, da parte del proprietario, l’Ente
Provincia di Potenza, il lotto di spazio aperto (individuato
alle particelle 1498, 1497, 1546 del foglio n. 105 del Comune di
Potenza) e l’annessa torre del castello di Potenza – conosciuta
come “Torre Guevara”, al fine di realizzare il giardino degli
agronomi, un giardino pubblico “Il Giardino dell’Agronomo
Gioacchino Viggiani” e di allestire un Museo permanente a
lui intitolato, all’interno della torre stessa, esponendo le opere
messe a disposizione dalla sua famiglia.
La segreteria dell’Ordine della Provincia di Potenza trasferirà
la sua sede sul posto e si occuperà anche della gestione della
Museo e del Giardino. 

Pertanto, sull’esempio delle grandi città europee, anche a
Potenza, sarà realizzato e gestito dagli agronomi e forestali potentini,
uno spazio verde aperto alla cittadinanza tutta; sul modello
dei “jardins partagés parigini” o dei community gardens
londinesi, saranno creati spazi condivisi dedicati alla coltivazione
di piante aromatiche (percorso olfattivo), verrà realizzato
un viale con specie ornamentali arboree ed arbustive (viale del
Principe), un’area per il gioco dei bambini (parco giochi), un
giardino di erbacee spontanee (aiuola Viggiani), una piazzetta
ombreggiata dal pino già presente nella quale sarà istallato
un monumento dedicato al Professor Viggiani (piazzetta Viggiani),
un percorso arredato da pergolato di rampicanti ornamentali
(percorso S. Carlo) ed un viale espositivo allestito con
specie arboree in vaso e panchine (percorso delle esposizioni).
Le piante che il giardino degli agronomi ospiterà, saranno
esemplari sia arborei che arbustivi, sia da fiore che da frutto,
con una prevalente presenza di specie autoctone; lungo i percorsi
saranno inoltre istallati cartelli descrittivi della personalità
ecclettica dell’illustre professore.
L’Ordine garantirà la fruibilità e la gestione della torremuseo
e del giardino pubblico intitolato con cambio di toponomastica,
agli agronomi di potenza, ed i continui confronti e
suggerimenti tra tecnici e appassionati del settore faranno del
Giardino degli agronomi, un Laboratorio cittadino in continua
azione.


Ultimo aggiornamento

28 Luglio 2016, 07:05